ATTACCHI DI PANICO

ATTACCHI DI PANICO

attacchi di panico

Se prendiamo un dizionario della lingua italiana e cerchiamo la definizione della parola panico, leggeremmo di una sensazione improvvisa di paura, smarrimento, allerta.

E proprio queste sono le caratteristiche principali di quella sensazione orribile provocata dagli attacchi di panico, in grado se non seguiti con la dovuta professionalità da un medico, di minare la salute mentale e fisica del malato. Gli attacchi di panico infatti, sono in grado di rivoluzionare completamente i rapporti sociali, ma anche i rapporti profondi con il proprio io, messo continuamente alla prova, in discussione. In Medicina, si indica come attacco di panico un improvviso periodo di smarrimento, paura e allarmismo, di una durata stimata intorno ai trenta minuti in media ad attacco. E' importante mettere l'accento sull'allarmismo, come fonte principale di una serie di sintomi fisici. Il nostro organismo infatti, durante gli attacchi di panico, tende a scatenare una serie di campanelli di allarme, come se ci fosse un pericolo imminente. Questi allarmi, questi sintomi fisiologici, si concretizzano nell'aumento dei battiti cardiaci e tachicardia, sudorazione eccessiva, tremore, respirazione affannosa e difficoltosa. Tali sintomi, simili a quelli dell'ansia, tendono a diversificarsi da essa per la loro improvvisa comparsa senza una reale motivazione. Il circolo vizioso innescato dagli attacchi può partire sia da uno stato fisico che da uno stato mentale. La perdita del controllo sul fisico e sulle emozioni, porta ad una conseguente spossatezza, che debilita il malato. Diversi i pensieri di morte o la paura di impazzire, soprattutto se la comparsa degli attacchi si fa frequente. In questo caso si rischia di essere esposti ad un pericoloso esaurimento nervoso. Il soggetto affetto dagli attacchi inoltre, sviluppa una sorta di “paura della paura” che spesso veicola nuovi attacchi, rendendo tortuosa la via verso la guarigione. Alcuni studi hanno indicato nelle cause fisiologiche degli attacchi, una mancata ricaptazione della serotonina, dovuta a disfunzioni del gene 5, preposto a questo particolare compito. Naturalmente sono state individuate anche cause psicologiche, che interessano la sfera cognitivo – comportamentale dell'individuo. Gli attacchi di panico sono pericolosi in quanto improvvisi. Il soggetto malato dovrebbe imparare pian piano a capire quali possono essere gli elementi scatenanti degli attacchi, spesso legati a fobie: agorafobia, claustrofobia, ipocondria, nel tentativo di riuscire a mantenere il controllo. Pensiamo ad un guidatore improvvisamente colto da un attacco. Molti i danni che può provocare a se stesso e agli altri. Il rischio maggiore è quello dell'isolamento: il malato tende infatti a rimanere in casa, non socializzare, restare solo proprio per la paura di nuocere agli altri oltre che a se stesso con qualche comportamento imprevedibile. L'utilizzo di terapie farmacologiche, come la prescrizione di ansiolitici, deve essere strettamente legata ad un ciclo psicoterapico. Lo psicoterapeuta, soffermandosi sull'inesistenza del pericolo avvertito, cerca di aiutare il malato ad uscire dal circolo vizioso innescato dagli attacchi di panico. Alcune statistiche dimostrano che i 30% delle persone che soffrono di questa particolare malattia, fanno uso, spesso eccessivo, di alcolici, e il 17% di sostanze stupefacenti quali cocaina e marijuana. L'alcool soprattutto, che nell'immediato tende a calmare il paziente, risulta invece essere una delle cause dell'aumento della frequenza e dell'acutezza di ogni attacco.

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